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VIAGGIO
 


burattato da le burrasche; et tempestato da la gragnuola de le male lingue le quali per l’arte mia mi saettano in piazza et in casa et in chiesa; et constretto da li fulmini di sancta chiesa a le sponsalitie con una bufera di femmina; et sfolgorato di casa mia da rovaj domestici; et lasciato così in zucca da pontificij. Dove me n’anderò io pezzendo al bujo, al sereno, al maltempo, et balestrato hor qua hor là dove con più dura riotta mareggia fortuna? Dove ti adagierò io, o mia povera testa? Hay huomo malarrivato nel mondo. Ma a la croce d’Idio, nè unque a Dio piacerà che sol uno, non fussi altro, da li trentatre punti de la bussola non mi spiri vento gratioso, sì come a tante altre creature? Sì tapinandosi s’advenne ad brancolare per entro uno cieco tortuglio; nè sappiendo dov’e’ si fosse, gli venne udita una voce che chiamava la fante perchè corresse per lo più vicino notajo. Onde che il notajo, con cio sia cosa che vicinissimo si trovasse, senza altro aspettare giudicò ben fatto di salire, come che a tentone, per l’uscio onde la voce veniva. Et la fante, menandolo attraverso una caminata, condusselo in una camera grande la quale oltre una alabarda, una lorica, uno vecchio rugginito spadone, et una tracolla, appiccati con pendagli ne le quattropa-