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glio 1722 e con bella dedica epigraficanota, al principe Eugenio di Savoianota. Da ciò si dovrebbe presumere non solo che il Vico serbasse copia di quei fogli manoscritti, ma che intercalasse siffatta copia nell’altro esemplare postillato di cui si serviva per suo uso e che, come si direbbe oggi, teneva al corrente. Ma, se la prima cosa è indubitatanota, la seconda è alquanto incerta, giacché, oggi come oggi, nell’esemplare, per dir cosí, vichiano, ossia, come si vedrá, in quello posseduto dalla Nazionale di Napoli, quei particolari fogli intercalati mancano del tutto. Forse il Vico li distrusse dopo che fece rilegare nel medesimo volume anche il testo a stampa delle Notae, che li rendeva inutili. Fors’anche preferí tenerli a parte per lavorarvi intorno con maggiore agio. Certo è, a ogni modo, che egli aveva quasi appena fatto partire per Vienna l’esemplare destinato al principe Eugenio, e giá accettava l’eccellente consiglio, datogli da Giambattista Filomarino, di smettere dal tempestare di postille e fogli intercalati esemplari su esemplari del Diritto universale, e raccogliere invece quel materiale, e quant’altro credesse ancora emendare o aggiungere, in un terzo volume supplementare a stampa.

Chi era mai codesto Giambattista Filomarino, il cui nome, seguito da tanti e tanto fragorosi titoli nobiliari, appare nel frontespizio delle Notae e al quale si tributano elogi cosí fervidi nella dedica soggiunta a quel frontespizio?nota. Era un giovane e ricco signore napoletano, possessore e abitatore d’uno dei palazzi piú sontuosi della cittá: un palazzo che, nel Cinquecento, quando apparteneva ai Sanseverino di Bisignano, aveva avuto ospite l’imperatore Carlo V, e nella cui lunga fuga di camere, divenute, due secoli dopo, quasi museo ricchissimo di cose d’arte, s’era aggirato per lunghi anni (su per giú dal 1710), quell’«imperatore del pensiero» che fu Giambattista Viconota. il quale, precettore, «ab 1 2 3 4 5

  1. Vedila in Carteggio, ed. cit., p. 176, e cfr., per la data esatta, il secondo dei miei opuscoli ora citati.
  2. Extat nella Biblioteca nazionale di Vienna, ove reca la segnatura B. E. VIII. M. 9. Una minuta descrizione di esso, una con la trascrizione diplomatica nella collectio viciana del Croce.
  3. Lo asserisce implicitamente il Vico stesso nel testo a stampa delle Notae, ove sono segnate con un asterisco quelle contenute giá nell’esemplare inviato al principe Eugenio.
  4. Cfr. presente edizione, pp. 591-5.
  5. Croce, Un angolo di Napoli (in Storie e leggende napoletane2 Bari, La-