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della metafisica poetica 151


onde i poeti non altrove maggiormente si esercitano che nel cantare le maraviglie fatte dalle maghe per opera d’incantesimi. Lo che è da rifondersi in un senso nascosto c’hanno le nazioni dell’onnipotenza di Dio, dal quale nasce quell’altro per lo quale tutti i popoli sono naturalmente portati a far infiniti onori alla divinitá. E ’n cotal guisa i poeti fondarono le religioni a’ gentili.

384E per tutte le finora qui ragionate cose si rovescia tutto ciò che dell’origine della poesia si è detto prima da Platone, poi da Aristotile, infin a’ nostri Patrizi, Scaligeri, Castelvetri; ritruovatosi che per difetto d’umano raziocinio nacque la poesia tanto sublime che, per filosofie le quali vennero appresso, per arti, e poetiche e critiche, anzi per queste istesse, non provenne altra pari nonché maggiore: ond’è il privilegio per lo qual Omero è ’l principe di tutti i sublimi poeti, che sono gli eroici, non meno per lo merito che per l’etá. Per la quale discoverta de’ principi della poesia si è dileguata l’oppenione della sapienza innarrivabile degli antichi, cotanto disiderata di scuoprirsi da Platone infin a Bacone da Verulamio, De sapientia veterum, la quale fu sapienza volgare di legislatori che fondarono il gener umano, non giá sapienza riposta di sommi e rari filosofi. Onde, come si è incominciato quinci a fare da Giove, si truoveranno tanto importuni tutti i sensi mistici d’altissima filosofia dati dai dotti alle greche favole ed a’ geroglifici egizi, quanto naturali usciranno i sensi storici che quelle e questi naturalmente dovevano contenere.