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[CAPITOLO SESTO]

siegue la politica degli eroi

634Ma tutti gli storici danno il principio al secolo eroico coi corseggi di Minosse e con la spedizione navale che fece Giasone in Ponto, il prosieguimento con la guerra troiana, il fine con gli error degli eroi, che vanno a terminare nel ritorno d’Ulisse in Itaca. Laonde in tali tempi dovette nascere l’ultima delle maggiori divinitá, la qual fu Nettunno, per questa autoritá degli storici, la qual noi avvaloriamo con una ragion filosofica, assistita da piú luoghi d’oro d’Omero. La ragion filosofica è che l’arti navale e nautica sono gli ultimi ritruovati delle nazioni, perché vi bisognò fior d’ingegno per ritruovarle; tanto che Dedalo, che funne il ritruovatore, restò a significar esso ingegno, e da Lucrezio ne fu detta «daedala tellus» per «ingegnosa ». I luoghi d’Omero sono nell’Odissea, ch’ovunque Ulisse o approda o è da tempesta portato, monta alcun poggio per veder entro terra fummo, che gli significhi ivi abitare degli uomini. Questi luoghi d’Omero sono avvalorati da quel luogo d’oro di Platone, ch’udimmo riferirsici da Strabone sopra nelle Degnitá, del lungo orrore ch’ebbero del mare le prime nazioni; e la ragione fu avvertita da Tucidide: che per lo timor de’ corseggi le nazioni greche tardi scescero ad abitare sulle marine. Perciò Nettunno ci si narra aver armato il tridente col quale faceva tremar la terra, che dovett’esser un grande uncino da afferrar navi, detto con bella metafora «dente», e col superlativo del «tre», com’abbiam sopra detto, col quale faceva tremare le terre degli uomini col terrore de’ suoi corseggi. Che poi, giá a’ tempi d’Omero, fu creduto far tremare le terre della natura, nella qual oppenione Omero fu seguito poi da Platone col suo abisso dell’acque, che pose nelle viscere della terra, ma con quanto accorgimento, appresso sará dimostro.