Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. I, 1928 – BEIC 1964037.djvu/339

Da Wikisource.

della fisica poetica 333


Quindi poi i fisici ebbero il motivo di meditare ne’ quattro elementi, de’ quali è composto il mondo della natura.

691Gli stessi poeti teologi e agli elementi e alle indi uscite innumerabili speziali nature diedero forme viventi e sensibili, ed alla maggior parte umane, e ne finsero tante e sí varie divinitá, come abbiamo ragionato sopra nella Metafisica; onde riuscí acconcio a Platone d’intrudervi il placito delle sue «menti» o «intelligenze»: che Giove fusse la mente dell’etere, Vulcano del fuoco, e altri somiglianti. Ma i poeti teologi tanto intesero tal’intelligenti sostanze, che fin ad Omero non s’intendeva essa mente umana, in quanto, per forza di riflessione, resiste al senso; di che vi sono due luoghi d’oro nell’Odissea, dove vien detta o «forza sagra» o «vigor occulto», che son lo stesso.