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della cosmografia poetica 347


la via lattea del latte, non suo, perché fu sterile, ma delle madri di famiglia, che lattavano i parti legittimi per quelle nozze eroiche delle quali era nume Giunone. Su per questo cielo gli dèi sono portati sui carri d’oro poetico (di frumento), onde fu detta l’etá dell’oro. In questo cielo s’usarono l’ali, non giá per volare o significare speditezza d’ingegno — onde son alati Imeneo (ch’è lo stesso ch’Amor eroico), Astrea, le muse, il Pegaso, Saturno, la Fama, Mercurio (come nelle tempie cosí ne’ talloni, e alato il di lui caduceo, con cui da questo cielo porta la prima legge agraria a’ plebei, ch’ammutinati erano nelle valli, come si è sopra detto); alato il dragone (perché la Gorgone è pur nelle tempie alata, né significa ingegno né vola); — ma l’ali si usarono per significare diritti eroici, che tutti erano fondati nella ragion degli auspíci, come pienamente sopra si è dimostrato. In questo cielo ruba Prometeo il fuoco dal sole, che dovettero gli eroi fare con le pietre focaie ed attaccarlo agli spinai secchi per sopra i monti dagli accesi soli d’está, onde la fiaccola d’Imeneo ci viene fedelmente narrata essere stata fatta di spine. Da questo cielo è Vulcano precipitato con un calcio da Giove; da questo cielo precipita, col carro del Sole, Fetonte; da questo cielo cade il pomo della Discordia: le quali favole si sono tutte sopra spiegate. E da questo cielo finalmente dovettero cadere gli ancili, o scudi sagrati, a’ romani.

714Delle deitadi infernali in primo luogo i poeti teologi fantasticarono quella dell’acqua; e la prima acqua fu quella delle fontane perenni, che chiamarono «Stige», per cui giuravano i dèi, come si è sopra detto: onde forse Platone poi oppinò che nel centro della terra fusse l’abisso dell’acque. Ma Omero, nella contesa degli dèi, fa temere Plutone che Nettunno co’ tremuoti non iscuopra l’inferno agli uomini ed agli dèi, con aprir loro la terra. Ma, posto l’abisso nelle piú profonde viscere della terra, e che egli facesse i tremuoti, avverrebbe tutto il contrario: che l’inferno sarebbe sommerso e tutto ricoverto dall’acque. Lo che sopra avevamo promesso di dimostrare: che tal allegoria di Platone mal conveniva a tal favola. Per ciò che si è detto, il primo inferno non dovett’essere piú profondo