Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. I, 1928 – BEIC 1964037.djvu/387

Da Wikisource.

nominazione delle cittá eroiche 381


[CONCLUSIONE]

779Ed ecco la sapienza poetica dimostrata meritar con giustizia quelle due somme e sovrane lodi: delle quali una certamente e con costanza’ è attribuita, d’aver fondato il gener umano della gentilitá, che le due borie, l’una delle nazioni, l’altra de’ dotti, quella con l’idee di una vana magnificenza, questa con l’idee d’un’importuna sapienza filosofica, volendogliele affermare, gliel’hanno piú tosto niegata; l’altra, della quale pure una volgar tradizione n’è pervenuta, che la sapienza degli antichi faceva i suoi saggi, con uno spirito, egualmente grandi filosofi e legislatori e capitani ed istorici ed oratori e poeti, ond’ella è stata cotanto disiderata. Ma quella gli fece o, piú tosto, gli abbozzò tali, quali l’abbiamo truovati dentro le favole, nelle quali, com’in embrioni o matrici, si è discoverto essere stato abbozzato tutto il sapere riposto; che puossi dire dentro di quelle per sensi umani essere stati dalle nazioni rozzamente descritti i principi di questo mondo di scienze, il quale poi con raziocini e con massime ci è stato schiarito dalla particolare riflessione de’ dotti. Per lo che tutto, si ha ciò che ’n questo libro dovevasi dimostrare: che i poeti teologi furono il senso, i filosofi furono l’intelletto dell’umana sapienza.