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[CAPITOLO TERZO]

dell’etá d’omero

792Ci assicurano dell’etá d’Omero le seguenti autoritá de’ di lui poemi:

I

793Achille ne’ funerali di Patroclo dá a vedere quasi tutte le spezie de’ giuochi, che poi negli olimpici celebrò la coltissima Grecia.

II

794Eransi giá ritruovate l’arti di fondere in bassirilievi, d’intagliar in metalli, come, fralle altre cose, si dimostra con lo scudo d’Achille ch’abbiamo sopra osservato. La pittura non erasi ancor truovata. Perché la fonderia astrae le superficie con qualche rilevatezza, l’intagliatura fa lo stesso con qualche profonditá; ma la pittura astrae le superficie assolute, ch’è difficilissimo lavoro d’ingegno. Onde né Omero né Mosé mentovano cose dipinte giammai: argomento della loro antichitá.

III

795Le delizie de’ giardini d’Alcinoo, la magnificenza della sua reggia e la lautezza delle sue cene ci appruovano che giá i greci ammiravano lusso e fasto.

IV

796I fenici giá portavano nelle greche marine avolio, porpora, incenso arabico, di che odora la grotta di Venere; oltracciò, bisso piú sottile della secca membrana d’una cipolla, vesti