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[CAPITOLO QUARTO]

de’ danni che cotal favola ha arrecato alla scienza
del diritto, governo, istoria
ed alla giurisprudenza romana

1440I danni poi, che tal favola ha cagionato alla scienza del diritto, governo, istoria ed alla giurisprudenza romana fin a questo tempo, sono stati gravissimi e senza numero.

1441E primieramente cotal favola ha danneggiato la scienza del diritto romano; perché, essendo ogni diritto civile composto parte d’un diritto comune a tutte le nazioni e parte propio di ciascheduna cittá (e quello è ’l diritto naturale delle genti, e questo diritto civile), ci ha fatto sembrare il diritto romano non esser composto né dell’uno né dell’altro, ed esser tutto un diritto particolare straniero; anzi, con una brutta perversitá, il diritto civile romano ci ha rappresentato per un diritto comune a’ romani con l’altre nazioni, e ’l diritto attico (il quale pur doveva essere mescolato del diritto natural delle genti, introdutto tra gli ateniesi con essi naturali costumi) ha sposto in comparsa d’un diritto tutto civile, comandato a’ romani con le leggi. Il qual errore è nato dalla boria cosí de’ greci d’aver essi disseminata l’umanitá per lo mondo, come de’ romani di vantare romorose origini, tanto della loro gente da Enea troiano quanto della loro sapienza dal principe della sapienza greca e capo de’ sette sappienti, Solone; la qual boria di nazioni è stata fomentata dalla boria de’ dotti, i quali tutto ciò ch’essi sanno, dicono aver origini sappientissime fin dagli piú antichi tempi del mondo (come dell’una e dell’altra ne proponemmo tralle prime due degnitá).

1442Ha nociuto alla scienza del romano governo; perché, uscendo i governi dalla natura de’ popoli governati, e ’l governo romano essendo uscito da questa legge, ha fatto credere il regno romano essere stato monarchico e la libertá ordinata da Bruto essere stata popolare, che con tal legge la plebe la volesse adeguata poi con le leggi. Ma noi a mille pruove per tutta quest’opera abbiam