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[SEZIONE SESTA]

TRE SPEZIE DI CARATTERI

932Tre spezie di caratteri.

933De’ qual ’i primi furon divini, che propiamente si dissero «geroglifici», de’ quali sopra pruovammo che ne’ loro principi si servirono tutte le nazioni. E furono certi universali fantastici, dettati naturalmente da quell’innata propietá della mente umana di dilettarsi dell’uniforme (di che proponemmo una degnitá), lo che non potendo fare con l’astrazione per generi, il fecero con la fantasia per ritratti. A’ quali universali poetici riducevano tutte le particolari spezie a ciascun genere appartenenti, com’a Giove tutte le cose degli auspici, a Giunone tutte le cose delle nozze, e cosí agli altri l’altre.

934I secondi furono caratteri eroici, ch’erano pur universali fantastici, a’ quali riducevano le varie spezie delle cose eroiche; come ad Achille tutti i fatti de’ forti combattidori, ad Ulisse tutti i consigli de’ saggi. I quali generi fantastici, con avvezzarsi poscia la mente umana ad astrarre le forme e le propietá da’ subbietti, passarono in generi intelligibili, onde provennero appresso i filosofi; da’ quali poscia gli autori della commedia nuova, la quale venne ne’ tempi umanissimi della Grecia, presero i generi intelligibili de’ costumi umani e ne fecero ritratti nelle loro commedie.

935Finalmente si ritruovarono i volgari caratteri, i quali andarono di compagnia con le lingue volgari: poiché, come queste si compongono di parole, che sono quasi generi de’ particolari co’ quali avevan innanzi parlato le lingue eroiche (come, per l’esemplo sopra arrecato, della frase eroica «mi bolle il sangue nel cuore», ne fecero questa voce: «m’adiro»); cosí di