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II

PRIMA RISPOSTA DEL VICO

Osservandissimo signor mio. Intorno al mio primo libro De antiquissima Italorum sapicntia ex linguae Latinae originibus emenda , contenente la metafisica, Vostra Signoria, con quella autoritá che tiene sopra di me, mi propone tre importantissimi dubbi: 1. che desiderereste di veder provato ciò che a tutta l’opera è principal fondamento, anzi singolare: donde io raccolga che nella latina favella significhino una istessa cosa «factum» e «veruni», «caussa» e «negocium»; 2. che vi date a credere che, nel compilare questo libricciuolo, io abbia avuto in pensiero di dare anzi un’idea ed un saggio della mia metafisica che la mia metafisica stessa; 3. che in essa scorgete cose moltissime, semplicemente proposte, che sembrano aver bisogno di pruova. Io, con quella mia propria brevitá, non iscompagnata dalla riverenza che vi professo, vi rispondo: 1. che le locuzioni, fondamenti principali, anzi unici della mia metafisica, hanno appo i latini avuto i sentimenti che io dico; 2. che la mia metafisica in quel libricciuolo è compita sopra tutta la sua idea; 3. che non vi manca nulla di pruova.