Pagina:Vico, Giambattista – Le orazioni inaugurali, il De Italorum sapientia e le polemiche, 1914 – BEIC 1965567.djvu/267

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sotto egualmente, della quale il punto geometrico assolutamente può darne una simiglianza. Vorreste nel definirla idee proprie, non simili. Ma la metafisica non ci permette di mirar le sue cose altrimente. Perciò dunque è oscura:’ Anzi perciò ella è chiara quanto la luce (cap. in, p. 150): «Ad hoc instai metaphysicum veruni illustre est, nullo fine concluditur, nulla forma discerni tur; quia est infinitum omnium formar uni principium: phvsica suiti opaca, nempe formata et finita, iti quibus metaphysici veri lumen videmus». Il mezzo proporzionato per mirare nelle fisiche cose la metafisica luce sono le sole matematiche, che da cose formate e finite, dal corpo disteso astraggono l’infinito, l’informe, il punto, e ’1 si fingono indivisibile e che non ha estensione alcuna, e dal punto cosi definito procedono a fare le loro veritá. Diciamla con vostri termini. «Questo termine non definito involge tutto quel trattato in tenebre, per cosi dire, palpabili». Con questa giunta però: a certi cartesiani, che con l’aspetto di fisici guardano le metafisiche cose, per atti e forme finite, cioè non credono esser luce se non dove ella riflette: vizio per diametro opposto a quello degli aristotelici, che guardano le cose fisiche con aspetto di metafisici, per potenze e virtú, e cosi credono esser luce quelle cose che sono opache. Noi ci sforziamo guardarle con giusti aspetti, le fisiche per atti, le metafisiche per virtú (cap. iv, \ 11, p. 1 .q8). «Non vidit haec Aristo teles, quia metaphysicam recto in physicam intuiit: quare de rebus physicis metap/iysico genere disserit per virtutes et facultates. Non vidit Renatus, quia recta physicam in metaphysicam extulit, et de rebus metaphysicis physico genere cogitai, per acfus et formas. Utrumque vício vertendum». Noi ci abbiam frapposto la geometria, che è l’unica ipotesi per la quale dalla metafisica in fisica si discende. Però mi replicate (p. 226j: i! raffinato buon gusto del secolo ha sbandito questi vocaboli di «virtú», di «potenze» e di «atti»; e cosi li reputa mal intelligibili, come quelli di «simpatie», «antipatie» e «qualitadi occulte». Questa è invero una grande opposizione, ed è grande, perché opposizione non è; perché, ritirandosi gli avversari al