Pagina:Vico, Giambattista – Le orazioni inaugurali, il De Italorum sapientia e le polemiche, 1914 – BEIC 1965567.djvu/279

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al metodo cartesiano, cosi può con quelle parole confutarlo:

  • Huc si perveneris, me libi primum quidque concedente, meum

vitium fuerit; sin ipse tua sponte processeris, tuum». Ma io non ti ho conceduto che i corpi si sforzano, o che dassi moto dritto in natura, o che in natura si dá quiete, o che si comunica il moto; che sono le prime fila onde ordisci cotesta fisica tela. Però in questa guisa è badare alle parti. Ma teniamo conto pur della somma. Le filosofie al mondo non han per altro servito che per fare le nazioni, tra le quali fiorissero, mobili, destre, capaci, acute e riflessive, onde gli uomini fossero nell’operare pieghevoli, pronti, magnanimi, ingegnosi e consigliati; le matematiche, perché fossero ordinati, onde avessero il buon gusto del bello, dell’acconcio, del ben inteso. Or la repubblica delle lettere fu cosi da prima fondata, che i filosofi si contentassero del probabile, e si lasciasse a’ matematici trattare il vero. Mentre si conservaron questi ordini al mondo, del quale avemo notizia, diede la Grecia tutti i principi delle scienze e delle arti, e quei felicissimi secoli furono ricchi d’inimitabili repubbliche, imprese, lavori e detti e fatti grandi; e godè l’umana societá, da’greci incivilita, tutti i commodi e tutti i piaceri della vita sopra de’ barbari. Sorse la setta stoica, e, ambiziosa, volle confonder gli ordini e occupare il luogo de’ matematici con quel fastoso placito: «Sapienlem nihil opinan»; e la repubblica non fruttò alcuna altra cosa migliore. Anzi nacque un ordine tutto opposto, degli scettici, inutilissimi all’umana societá; e n’ebbero dagli stoici lo scandalo, perché quelli, vedendo questi asseverare per vere le cose dubbie, si misero a dubitare di tutto. La repubblica, spenta da’ barbari, dopo lunghi secoli, sugli stessi ordini si rimise, che ’l censo de’ filosofi fosse il probabile, de’ matematici il vero: e si restituirono quasi tutte le arti e le discipline dell’onesto, del commodo e del piacere umano nell’antico loro perduto lustro, e in molte parti forse anche maggiore. Si sono ultimamente di nuovo sconvolti gli ordini, e si è occupato dal probabile il luogo del vero: si è invilito questo nome «dimostrazione», trasportandosi ad ogni ragione, non che