Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/200

Da Wikisource.

in questo libro il professo col mondo, particolarmente r\e.W /ridice delle volgari tradizioni , ove, perché facesse meno a me d’ invidia il vostro chiarissimo nome appo i meno dotti, e appo gl’intendenti la vostra autoritá piú di peso, vi cito senza alcun titolo o lode, riferendo una particella del vostro giudizio dato di quell’opera antecedente, per dimostrare in effetto che egli mi ha dato tutto il valore di meditare no.’ Principi di questa Scienza. Tanta è la ragione de’ miei debiti con la vostra altezza d’animo usata verso di me! Questo si ch’io pregio di porre a conto di soddisfazione, quantunque menoma, al moltissimo che vi debbo: di aver dimostro a Roma che un vostro giudizio mi ha servito di fondamento a lavorare quest’opera, che il Cardinal Fabroni, tra gli altri, pubblicamente dice aver bisognato alla cristiana religione incontro le massime della civiltá di Tomasso Obbes e contro la pratica de’ governi di Bayle, che vorrebbe senza religioni poter reggere le nazioni. Laonde rendo infinite grazie a Vostra Signoria illustrissima di cotanti benefizi fattimi: che, nel valicare quest’oceano, Ella mi ha servito di tramontana; perdendomi spesse volte di animo, Ella mi ha spirato il vento favorevole a seguitare il cammino; e, nelle tempeste della contraria fortuna e della corruzione del secolo, Ella mi difende da porto.

Oltre al suo, accompagno un altro esemplare, il quale è indirizzato alla vostra celebre universitá di Utrecht, che io non dubito vi anderá con tutto il corteggio, se ’l vi condurrá Vostra Signoria illustrissima, che è di lei il sommo ornamento. E, umilissimamente inchinandola, mi confermo di Vostra Signoria illustrissima, a cui riverentemente soggiugno che voglia indirizzare la risposta, di che mi degnerá, al signor Giuseppe Atias in Livorno, uomo conosciuto in codeste vostre parti per la sua lezion biblica, ecc.

Napoli, 5 novembre 1725.