Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/345

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e l ’aste soie fóro arme d’eroi, e perciò abbiam da l’asta tu di Quirino, io di Quirina ii nome, 585che sopra degli eroi le nozze intesi

e portava a la luce i figli loro quando ancor non avean le vili plebi le mie nozze tra lor solenni e giuste.

E ricordar ti dèi che molto innanzi 590che spirassi furore, ira e spavento

agli schierati eserciti in battaglie, questa Venere i tuoi spirti feroci con la scuola d’amor rese gentili, e la fierezza ti cangiò in braura;

595poi t’ ispirò Diana i suoi diletti

d’assalir orso o di ferir cinghiale; studi ben degni de’ primieri eroi, che gli Aloidi portar sopra le stelle. Indi Apollo cantò le sante leggi,

600ond’i tuoi araldi, ad alta orrenda voce

chiamando in testimon il sommo Giove che non son essi i primi a far l’offese, e se lor non s’emendano l’offese, intiman le solenni aspre crudeli 605e da le madri detestate guerre.

Par c’hai posto in oblio l’antica e vera origine ch’avesti: non sei tu, puoi negarlo, la fortezza di Giove,

610ch’esercitasti pria contro te stesso,

con vincere e dipor ne le catene de la ragion invitta la libidine vaga? e d’una donna solo contento e pago, indi apprendesti 615domar sotto il paterno imperio i figli

ed a lor prò domare i fèri mostri, domar i tori a sopportare il giogo,