Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/363

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tutti insieme attenuti

30latini e greci e assiri e medi e persi,

con magnanimo sforzo ciascun tenta e s’adopra a sé di trarre tutto l’orbe de’ popoli e de’ regni; ma da la parte opposta 35tutti col suo forte soave cenno

pei vasti campi de l’immenso abisso gli si strascina dietro il sommo Giove.

Del divin cenno e nume a condur la grand’opra 40sono menti e virtú ministre elette;

a le quali fremendo dura necessitá presta ubidisce, e con necessitade

ben cento e mille Enceladi e Tifei,

45di vizi vinti, debellati e domi,

con cervici di bronzo e ferrei petti, con braccia e piante di ben duro acciaio, tra lo strido e ’l fragor d’aspre catene gemono in eseguire il gran comando.

50Oh mio pur troppo infermo occhio mortale!

che lá nel basso mondo, per ravvisare il vero che nascondono in sé le cose umane, tutte scevere e sole

55tu le scorgevi, e si scevere e sole

l’umane cose nascondéanti il vero, e ti dolea, con grave sdegno gentil de la ragion delusa, veder misero il giusto e ’l reo felice.

60Vedi ora, vedi, come

quelli che ti pareano e laidi e brutti, o dal fato scoppiati over dal caso usciti orrendi mostri, rapportati tra loro e ben intesi

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G. B. Vico, Opere - v.