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162 libro primo — sezione seconda

di Giunone Samia (a)1 e nella Caria si alzò il mausoleo d’Artemisia, che furono due delle sette maraviglie del mondo; la gloria della qual negoziazione restò a quelli di Rodi, nella bocca del cui porto ergerono il gran colosso del Sole, ch’entrò nel numero delle maraviglie saddette. Cosi il Chinese per l’utilità de’ commerzi ha ultimamente aperto la China a’ nostri Europei.

Queste tre Degnità ne danno il principio d’un altro Etimologico delle voci d’origine certa straniera, diverso da quello sopra detto delle voci natic. Ne può altresì dare la storia di nazioni dopo altre nazioni portatesi con colonie ia terre straniere; come Napoli si disse dapprima «Sirena»2 con voce siriaca (ch’è argomento che i Siri, ovvero Fenici, vi avessero menato prima di tutti una colonia per cagione di traffichi), dopo si disse «Partenope» con voce eroica greca, e finalmente con lingua greca volgare si dice «Napoli»: che sono pruove che vi fussero appresso passati i Greci per aprirvi società di negozi; ove dovette provenire una lingua mescolata di fenicia e di greca, della quale, più che della greca pura, si dice Tiberio imperadore essersi dilettato3. Appunto come ne’ Lidi di Taranto vi fu una colonia siriaca detta «Siri»4, i cui abitatori erano chiamati «Siriti» (b)5, e poi da’ Greci fu detta «Polieo» "6; e ne fu appellata «Minerva Poliade»7



  1. (a) [CMA1] innalzato in Samo, la città capital dell’Ionia; e nella Caria, ecc.
  2. Napoli non s’è mai chiamata «Sirena». Più correttamente, SN2, II, c. 63: «La fondatrice [di Napoli] fu detta «Sirena», che deve la sua origine senza contrasto alla voce «sir >, che vuol dir «cantico» ovvero «canzone»; la quale istessa voce «sir» diede il nome a essa Siria».
  3. Non sono riuscito a trovare la fonte donde il V. cava questa notizia. Svetonio, Tib., 71, e Dione Cassio, LVII, 15, parlano, anzi, dell’antipatia di Tiberio pel greco.
  4. «Σειρίτης». Strab.,VI,1, 14; il quale la dice, per altro, fondata dai Troiani.
  5. (b) al riferir di Strabene; la qual ecc.
  6. «Πολίειον». Strab., l. c.
  7. Qui il V. fa una piccola confusione. Giacché, ad avvalorare l’ipotesi dell’origine troiana di Siritide, Strab l.c. dice: «Tῆς δὲ τῶν Τρὼων κατòικικjας τεκμὴριov ποιούνταί τὰ τῆς ̉ Αθηνᾱσ τῆς ̒ Ιλιάδος [non già Poliade»]. ξóaνov ίδρομένον αὐτόθι»,ecc. Anzi (egli soggiunge) a Roma, a Lavinio, a Luceria, «’Ιλιὰς Ἀθηνᾶ καλείται, ὡς ἐκείθεν κομισθείσα».