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IV. di questa edizione lxiii

IV


Dalla precedente esposizione già si delineano le varie questioni e difficoltà che occorreva risolvere e superare per allestire un’edizione della seconda Scienza nuova, che rispondesse ormai alle legittime esigenze degli studiosi; e cioè che, insieme con la criticità e la completezza, offrisse anche il requisito d’un largo commento storico.

Cominciamo dal testo. Che fosse da tenere a fondamento l’edizione del 1744 debitamente collazionata sul manoscritto autografo, è fuor di discussione. Senonchè codesta edizione doveva essere riprodotta diplomaticamente, ossia rispettando grafia, punteggiatura e perfino quell’affannoso avvicendarsi di caratteri tondi, corsivi e maiuscoli, a cui innanzi si è accennato? Astrattamente considerando, parrebbe che quello della Scienza nuova fosse proprio uno dei casi in cui «edizione critica» ed «edizione diplomatica» diventano sinonimi. Infatti, pur non volendo tener conto che riproduzioni più o meno diplomatiche hanno dato i precedenti editori, ci sarebbe sempre da affermare senza tema di errore che, dal momento che quella grafia, quella punteggiatura e quel bizzarro alternamento di caratteri erano stati voluti di proposito dall’autore per raggiungere speciali effetti artistici (o antiartistici), obbligo d’un editore coscienzioso era per l’appunto quello di rispettarli con la maggiore scrupolosità. Al quale obbligo noi, in principio del nostro lavoro, non intendevamo punto di sottrarci; tanto più che ci si sarebbe risparmiata di non poco la fatica. Senonchè, quando poi abbiamo cominciato a tradurre in atto la conchiu-