Pagina:Vicramorvasi.djvu/23

Da Wikisource.

22 VICRAMÒRVASI. — ATTO n. ClTRALÈCA. Urvàsi. Citralèca. Urvàsi. Citralèca. Urvàsi. Citralèca. Urvàsi. Citralèca. Urvàsi. Citralèca. Urvàsi. Citralèca. Urvàsi. (indi scendono dal cielo URVÀSI e ClTRALÈCA). [dall'altra parte della scena’]. Or dimmi, amica Urvàsi, Ove si va senza cagion? M’ascolta: Dcll’Emacuto sulla-vetta un giorno La sciarpa mia gemmata S’era fra i rami d’un viticchio avvolta: « Scioglila, » allor ti dissi; E tu mi rispondesti alla tua volta : « La s'é tanto impigliata Ch’io scioglierla non so.» Rammenti? Orbene, Dove si vada mi domandi ancora ? Dimmi: sei tu diretta Al sire Pururàvasa? Purtroppo, Gli affetti miei non tèmpera il pudore; Ma il mio desire è questo. E chi t’annunzia a lui? M’annunzia il core! Pur ci si pensi alquanto Perchè pensar se a ciò m’esorta Amore? Più non aggiungo Additami un sentiere Che senza impaccio mi conduca a lui. Sta pur sicura; chè addestrata io fui Dal maestro dei numi in quella scienza Che « Invincibile » è detta E che invisibil rende; Si che i nimici degli dei giammai Raggiunger ne potranno. 11 cor già tutto intende. Ma incerta la paura ancor mi rende. (entrambe rappresentano il giro per Oh guarda, amica Urvàsi: [l’aria). Alla magione del gran re siam giunte Ch’è divenuta ornai Dell’eccelsa città di Pratistàna Ornamento superbo, Che si rispecchia nelle limpid’acque Dell'alma Baghiràti, Quell’acque che più pure si fan dove Incontro ad essa la Giamùna muove. Perchè non dire che il celeste Svarga Ha cangiato il suo posto? E dove è mai colui Che sempre aita gl’infelici? VICRA