Pagina:Vincenzo Bellini (Calcedonio Reina).djvu/7

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Se ai tempi felici della Grecia due semplici e meravigliosi pastori con la tibia e col verso trassero improvvise soavi armonie, ispirandosi a questa natura sempre maestosa e pittoresca, dopo lungo volgere di secoli e di sventure ai nostri giorni, successe a Dafni e a Tirsi chi rinnovò con le note musicali gli antichi incanti. Teocrito, intitolando del nome di Tirsi il primo dei suoi più leggiadri idilli, rapito di entusiasmo, esclamava:


     «Incipite buculicon, o dulces Musae, incipite carmen;
Tyrsis hic ille ab Aetna, et Tyrsidis haec vox est....
Dulcior, o pastor; tuus cantus, quam que resonans
Illa a petra distillat superne aqua.»


Questi esametri potrebbero racchiudere l’indole melodiosa, l’elegia e l’idillio che tutta comprese