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Pagina:Vita Nova.djvu/23

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quale fu distruggitrice di tutti i vizj e reina delle virtù, passando per 132[132 alcuna parte B.P.S] alcune parti1 mi negò il suo dolcissimo salutare, nel quale stava tutta la mia 133[133 quiete S.] beatitudine. Ed uscendo alquanto del proposito presente, voglio dare ad intendere quello che il suo salutare in me virtuosamente operava. Dico che quando ella apparia da parte alcuna, per la speranza 134[134 dell'ammirabile B.P.] della mirabile 135[135 dolcezza S.] salute nullo nemico mi rimanea, anzi mi giungea una fiamma di caritade, la quale mi facea perdonare a qualunque m'avesse offeso: e chi allora m'avessè 136[136 addimaudato B.P.S] domandato di cosa alcuna, la mia risponsione sarebbe stata solamente Amore con viso vestito d’umiltà. E quando ella fosse alquanto 137[137 prossimena B.P.8.] propinqua al salutare, uno spirito d'Amore distruggendo tutti gli altri spiriti sensitivi, pingea fuori i deboletti spirti del viso, e dicea loro: Andate ad onorare la donna vostra: ed egli si rimanea nel loco loro. E chi avesse voluto conescere Amore, far lo potea mirando lo tremore degli occhi miei. E quando questa gentilissima 138[138 donua S.] salute salutava, non che Amore fosse tal mezzo che potesse obumbrare a me la intolerabile 139[139 chiarezza S.] beatitudine; ma egli quasi per soverchio di dolcezza divenia tale che lo mio corpo lo quale era 140[140 tutto sotto] tutto allora sotto il suo reggimento molte volte si movea come cosa grave inanimata; si che appare manifestamente che nella sua salute abitava la mia 141[141 quiete S.] beatitudine, la quale molte volte passava e redundava la mia capacitade. Ora, tornando al proposito, dico che, poiché la mia 142[142 allegrezza §.] beatitudine mi fu negata, mi giunse tanto dolore, che

  1. Così è chiaro che il saluto di Beatrice fu negato a Dante più d'una volta; ed è più ragionevole in conseguenza il molto dolore ch'egli ne dimestra.