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guerra di santi. | 179 |
— Per me Saridda può far la muffa! — diceva dal canto suo compare Nino, mentre gli lavavano all’osteria il viso tutto sporco di sangue. Una manica di pezzenti e di poltroni, in quel quartiere di conciapelli! Quando m’è saltato in testa d’andare a cercarmi colà l’innamorata dovevo essere ubbriaco.
— Giacchè è così! — aveva conchiuso il sindaco — e non si può portare un santo in piazza senza legnate, che è una vera porcheria, non voglio più feste, nè quarantore, e se mi mettono fuori un moccolo, che è un moccolo! li caccio tutti in prigione.
La faccenda poi s’era fatta grossa, perchè il vescovo della diocesi aveva accordato il privilegio di portar la mozzetta ai preti di San Pasquale. Quelli di San Rocco, che avevano i preti senza mozzetta, erano andati fino a Roma, a fare il diavolo ai piedi del Santo Padre, coi documenti in mano, in carta bollata, e ogni cosa; ma tutto era stato inutile, giacchè i loro avversari del quar-