Pagina:Vita di Cecilia De' Vecchi.djvu/129

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Dopo le Esequie fatte in Milano la spoglia mortale di Cecilia fu riguardata da tutti come il Corpo d’una Santa. Il vivissimo dolore per averla perduta in sì giovine età, e nel fiore de’ suoi giorni non impedì che la di lei Genitrice, e gli altri parenti della nostra Cecilia provassero un non so qual sentimento di rispettoso riguardo verso que’ lacci medesimi da’ quali si era sciolta quella bell’anima fatta per il Cielo. L’istesso di lei Consorte Luca de Vecchi, quantunque si potesse dire per il dolore quasi fuori di se stesso, pure alla vista di quell’esangue spoglia da lui sì amata, provava nel fondo dell’oppresso suo cuore un non so quale per lui nuovo, e in certo modo soave, e sempre rinascente impulso, che a ravvisar lo movea nel Cadavere della sua Cecilia gli avanzi mortali d’un Eroina del Cielo. E tanta ebbe in lui di forza questo pensiero, che non volle partire da Milano senza ordinare