Pagina:Vita di Cristoforo Colombo.djvu/28

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XXIV NOTIZIE INTORNO gisse al cuore. Due ore avanti l'ultimo momento, don Fernando chiese gli fosse recato un piatto pieno di terra, e commandò che gliela versassero sul volto : chi lo assisteva credette che delirasse, perciò nessuno si mosse : don Fernando fece uno sforzo, allungò la mano verso il piatto, vi prese un pugno di terra, e se ne cosparse pronun- ziando queste parole della Chiesa memento homo quia pulvis es, et in pulverem reverteris. Questa fermezza cristiana toccò il cuore di tutti gli astanti : quanto a lui, già separato dal mondo parlava se- gretamente al Signore, di cui sperava la misericor- dia : indi, rompendo tutto ad un tratto il silenzio dell'agonia, e levate le braccia, eslamò : Te Deum. laudamus ! e l'anima sua volò al cielo. " In quell’istante l'ago del pendolo passava dal mezzodì all'un'ora. Diversi erano presenti, e fra gli altri l'abate Giovanni Tirado, curato della par- rocchia ; il licenziato Marco Felipe, suo amico, Fedro de Arana, suo parente, e il bacelliere Gio- vanni Perez, suo bibliotecario, i quali figurarono come testimoni nell'atto di morte, scritto un'ora dopo dall'alcade di Fuente, assistito da quattro potai. Correva il 12 luglio 1539.