Pagina:Vita di Cristoforo Colombo.djvu/46

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40 VITA m r. roi.nvRo isterico, si fa conoscere per inconsiaerato, o parziale, e maligno conterraneo; perciocphè, parlando egli di una se- gnalata persona, e che apportò tanto onore alla patria, an- cor che i padri dell'Ammiraglio fossero stati persone vili, era più onesto, che egli parlasse della sua origine con quelle parole, che altri autori in tal caso usano, dicendo ^HumlU loco, seu a parentibus pauperrimis ortus; che metter; parole ingiuriose, come egli mise, riportandole poi in una sua cronica con chiamarlo falsamente meccanico, che, av- venga ch'egli non si fosse contrad^tto, la ragione istessa manifestava, che un uomo, il quale in alcun'arte manuale, o mistiere fosse stato occupato, aveva da nascere, e invec- chiarsi in quello, per impararlo perfettamente; e che non sarebbe egli andato errando dalla sua gioventù per tante terre , né avrebbe apprese tante lettere , ne tanta scienza, quanta le sue opere mostrano che egli ebbe; specialmente nelle quattro più principali scienze, che si riciircano per far quel che egli fece : che sono : astrologia, cosmografia , geometria, e navigatoria. Ma non è da maravigliarsi, che egli in questo caso, che è occulto, ardisca a non dire il vero, poiché nelle cose molto chiare del suo scoprimento, e navigazione in mezzo foglio di carta, mise più di dodici liUgie, le quali io toccherò con brevità, non distendendomi in dargli risposta, per non interrompere il filo dell'istoria : poiché per iì corso di essa, e per quello, che di ciò altri scrivono, si comproverà la falsità di quel che egli disse. La prima adunque è, che l'Ammiraglio andò a Lisbona ad rinparare la cosmografia da un suo fratello, che quivi aveva, i» che è in contrario ; perciocché egli abitava in quella città avanti, e egli insegnò al fratello quel ch'ei 'seppe. La se- conda falsità è, che, come prima egli venne in Castiglia, accettarono i cattolici re Ferdinando e Isabella la sua proposta, dopo sette anni, the iu lor latta da lui, fuggen-