Pagina:Vita di Dante, Petrarca e Boccaccio.djvu/63

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per impetrare facilmente,-più che aurei monti, sic* come dice un Attore in* Terenzio (xuj prometta vagli. Queste cose come prima Dante ebbe conosciute, ammirata la magnanimità di quel gran personaggio, prestamente tramutossi a Ravenna, per. secondare al più presto possibile uii principe si de* gno, e, rotta ogni speranza di rivedere la patria; mai sempre vivere familiarmente seco lui. Per questa guisa dunque da Novel benignamente accolto, jn Ravenna ei diinorò molti anqi, finché poi gran* se allo estremo dei giorni suoi; poiché costa, -in Ravenna lui esser morto. Nel qual luogo, e tempo di nuovo coi libri in amisià tornando, parte col leggere, parte coli’istruire, e col tramandarti iti iscritto i suoi pensamenti, ritenendo sempre alfa-, ninao gli stadii di umanità, benché per le tànté svariate vicende de’ tempi intermessi, con gran di-’ ligenza, ed in guisa sorprendente gli esercitò sino alla fine di sua vita. Che se il divino poeta studi»

più pacati e securi, non procellosi e fluttuanti avesse fatto, quale, e quanto più eccellente sarebbe divenuto, possi a m per sola cogiiettura supporlo;’ apparendo certfìnifente da’più celebri suoi scritti più1 chiaro de la luce, essèr lui, benché così distolto da tante cure, e grandi bisogne, al colmo di ogni dottrina pervenuto (xiti)* In Ravenna dunque, come sopra abbiam détto, dimorato molti annf del rimanente di sita vita, taluni nobili di lodato ingegno si bene istruì net materno favellare, che alcuni volgari tra loro, come dicesi tioo quai poe-