Pagina:Vita di Dante, Petrarca e Boccaccio.djvu/89

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vita nel i3at della cristiana salvezza in Ravenna sì mori. Taluni riguardano quel che segue come causa del suo tra passa memo. I Veneziani di certo muovean guerra contro il prelodato No vel Preside di Ravenna; perchè intervenne, da lui essere stato Dante spedito ambasciadore attesa la sua già cennata singollr eleganza. Giunto che fu a Venezia, bramoso di esercitare accuratamente 1* assunto ufficio di oratore-, chiedeva che gli si fosse accordata pubblica udienza, e ciò a perduta lena tentando t ben comprese a la fine, che per l’implacabile odio de’ Veneti contro Novello mai sempre vani i suoi sforzi sarebbero tornati; onde, dulia operato, decise subito riportarsi a Ravenna. Ma temendo del viaggio marittimo, perchè a vea prescito, quella parte di mare’ per dove vassi a Ravenna, essere dal comandante de la gran flotta Veneta terribilmente infesta, avviossi per terra. Nel qual viaggio dolente e afflitto per ciò, che inutile affatto era riesci ta la sua legazione, ed anche mal patito pe’ molti disagi sofferti per via, fu da febbre sorpreso, pria che a Ravenna si tornasse, da cui si violentemente venne travagliato, che pochi di appresso cessò di vivere. Questa fu dunque la fiue dell’illustre poeta.

Egli fu interrato nella chiesa dei frati minori in Ravenna: gli si eresse un arca lapidea alta, quadrata, diligentemente costrutta, e di bei carmi scoi-