Pagina:Vita di Dante.djvu/152

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corta vista, domandò: Quelle, che mura sono? fugli risposto: i Palvesi de’ nimici."
"Messer Barone de’ Mangiadori da Samminiato, franco et esperto cavaliere in fatti d’arme, raunati gli uomini d’arme, disse loro: Signori! le guerre di Toscana si solevano vincere per bene assalire, e non duravano, e pochi huomini vi moriano, ché non era in uso di ucciderli. Ora è mutato modo, e vinconsi per stare bene fermi; il perché io vi consiglio, che voi stiate forti, e lasciateli assalire. E cosi disposono di fare. Gli Aretini assalirono il campo sì vigorosamente e con tanta forza, che la schiera de’ Fiorentini forte rinculò. La battaglia fu molto aspra e dura. Cavalieri novelli vi s’erano fatti dall’una parte e dall’altra. Messer Corso Donati con la brigata de’ Pistoiesi fedì i nimici per costa. Le quadrella piovevano. Gli Aretini n’avean poche, et erano fediti per costa, onde erano scoperti. L’aria era coperta di nuvoli, la polvere era grandissima. I pedoni degli Aretini si mettevano carpone sotto i ventri de’ cavalli con le coltella in mano , e sbudellavangli: e de’ loro feditori trascorsono tanto, che