Pagina:Vita di Dante.djvu/157

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perdere la battaglia alii Aretini, perché i loro cavalieri vincitori perseguitando quelli che fuggivano, per grande distanza lasciarono addietro la loro pedestre schiera; sicché da quindi innanzi in niun luogo interi combatterono, ma i cavalieri soli e di per sé senza sussidio di pedoni, e i pedoni poi di per sé senza sussidio de’cavalieri. Ma dalla » parte de’ Fiorentini addivenne il contrario; che, per essere fuggiti i loro cavalieri alla schiera pedestre, si ferono » tutti un corpo, e agevolmente vinsero prima i cavalieri, e poi i pedoni. Questa battaglia racconta Dante in una » sua epistola, e dice esservi stato a combattere, e disegna la forma della battaglia. E più giù reca le parole stesse di Dante in questa o in altra epistola, dove, parlando del suo priorato dell’anno 1300, dice: "Dieci anni erano già passati dalla battaglia di Campaldino, nella quale la parte Ghibellina fu quasi al tutto morta e disfatta; dove mi trovai non fanciullo nell’armi, e dove ebbi temenza molta, e nella fine grandissima allegrezza per li varii casi di quella battaglia".