Pagina:Vita di Dante.djvu/159

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interroga prima:

Qual forza o qual ventura
Ti traviò si fuor di Campaldino,
Che non si seppe mai tua sepoltura?

Oh, rispos’egli, appiè del Casentine
Traversa un’ acqua eh’ ha nome l’Archiano,
Che sovra l’Ermo nasce in Apennino.

Là ’ve ’l vocabol suo diventa vano,
Arriva’ io, forato nella gola,
Fuggendo a piedi, e sanguinando ’l piano.

Quivi perdei la vista, e la parola
Nel nome di Maria finì; e quivi
Caddi, e rimase la mia carne sola.

Io dirò ’l vero, e tu ’l ridi’ tra i vivi:
L’Angel di Dio mi prese, e quel d’Inferno
Gridava: o tu dal Ciel, perché mi privi?

Tu te ne porti di costui l’eterno,
Per una lagrimetta che ’l mi toglie;
Ma io farò dell’altro altro governo.

Ben sai come nell’aere si raccoglie
Quell’umido vapor che in acqua riede,
Tosto che sale dove ’l freddo il coglie.