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182 CAPO SETTIMO

mento di ciascuna di queste. Il quale parrà for se fredfdo e assai e pedante, rispetto alla passione d’amore ivi espressa; ma almeno, non ci è ancora quella sofisticheria dell’allegorie, che vedremo in altre opere di Dante; ed è in tutto, siccome de’ primi, così uno dei più gentili e curiosi libri delle origini di nostra lingua. Ed è certamente colla Commedia il più importante di tutti per la vita di Dante.

La visione poi di che egli parla nelle ultime righe è certo quella di Beatrice, la quale accompagna od anzi guida tutto il poema, e risplende principalmente in fine al Purgatorio e poi in tutto il Paradiso. E quindi i più, attendendo a queste sole ultime parole della Vita Nova, viderci l’origine del poema. Ma avendo noi veduto il primo pensiero dell’Inferno mentovato nella prima canzone di Dante fatta al più tardi nel 1289, e così almeno quattro anni addietro, è a dire che il pensiero primo allor concepito, ma interrotto dalla grande sventura di Dante, fosse poscia da lui non solo ripreso, ma sviluppato e migliorato, allora quando egli uscì dal conflitto interno del nuovo amore rigettato. Più volte nella Vita