Pagina:Vita di Dante.djvu/247

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almeno materiale, del governo insieme e del popolo.
Ma a nel detto tempo, essendo la nostra città di Firenze nel maggiore stato et più felice , che mai fosse stata, dapoi ch’ella fue riedificata o prima, sì di grandezza et potenza, et sì di numero di genti, che più di xxx mila cittadini da arme havea nella città, et più di LXX mila a distrettuali havea in contado, con nobiltà di buona cavallerà et franco popolo, con grandi ricchezze, signoreggiando quasi tutta Toscana; il peccato della ingratitudine, col subsidio dell’inimico della humana generatione, della detta grassezza fece partorire superbia e corruttione: per la quale furono finite le feste et allegrezze de’ Fiorentini, che infine a que’ tempi stavano in molte delizie et morbidezze, et tranquilli et sempre in conviti; che a ogni anno per kalen di maggio quasi per tutta la città si faceano le brigate, e le compagnie d’huomini et di donne, di solazzi et balli1".


  1. G. Vill., p. 369.