Pagina:Vita di Dante.djvu/309

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Ed or che sappiamo Dante dell’ambasceria a Roma e con qual animo, torniamo con interesse nuovo alla narrazione del Compagni:"Giunti li ambasciadori in Roma, il Papa gli ebbe soli in camera, e disse loro in segreto:Perchè siete voi così ostinati? umiliatevi a me; e io vi dico in verità, che io non ho altra intenzione che di vostra pace. Tornate in dietro due di voi, e abbiano la la mia benedizione, se procurano che sia ubbidita la mia volontà.
In questo stante, furono in Firenze eletti i nuovi Signori, quasi di concordia d’amendue le parti, uomini non sospetti e buoni; di cui il popolo minuto prese grande speranza, e così la parte Bianca, perchè furono uomini uniti e sanza baldanza, e aveano volontà d’accomunare gli uffici, dicendo: Questo è l’ultimo rimedio.
I loro adversari n’ebbono speranza, perchè gli conosceano uomini deboli e pacifici, i quali sotto spezie di pace credeano leggiermente potergli ingannare.
I Signori furono questi, che entrarono a dì 15 d’ottobre 1304. Lapo del Pace Angiolieri, Lippo di Falco di Cambio, e io Dino Compagni,