Pagina:Vita di Dante.djvu/316

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tutti gli ufici, e quando mi parve tempo, dissi:Cari e valenti cittadini, i quali comunemente tutti prendeste il sacro baptesimo di questo fonte, la ragione vi sforza, e stringe ad amarvi come cari fratelli, e ancora perchè possedete la più nobile città del mondo. Tra voi è nato alcuno sdegno per gara d’ufici; gli quali come voi sapete, i miei compagni e io con sagramento v’abbiamo promesso d’accomunargli. Questo signore viene, e conviensi onorare. Levate via i vostri sdegni, e fate pace tra voi, acciò che non vi trovi divisi. Levate tutte le offese e ree volontà, state tra voi di quì addietro; siano perdonate e dimesse, per amore e bene della vostra Città; e sopra questo sacrato fonte, onde traeste il santo battesimo, giurate tra voi buona e perfetta pace, acciò che il signore che viene, truovi i cittadini tutti uniti. A queste parole tutti s’accordarono, e così feciono, toccando il libro corporalmente, e giurarono attenere buona pace, e di conservare gli onori e giurisdizion della città. E così fatto, ci partimmo di quel luogo.
I malvagi cittadini, che di tenerezza mostravano lagrime e baciavano il libro, e mostrarono