Pagina:Vita di Dante.djvu/32

Da Wikisource.
22 capo primo

si mostrarono più addetti alla città che li pagava, che non al principe che gli istituiva; ondechè in breve anche le città più amanti di libertà accolsero la istituzione, meno pericolosa oramai per l’origine nemica, che comoda per sua unità. Ma capitani e podestà, d’origine imperiale o comunale, di schiatte antiche o nuove, straniere o italiane, tutti, quando potevano e fin che potevano, affettavano la suprema potenza. Pochi Comuni furono così prudenti da tenersi sempre illesi di siffatte tirannie.

Ed ora si vede quale dovess’essere la condizione d’Italia, quale la testè sorta e già depravata virtù. La compiuta indipendenza è la prima necessità di uno Stato, qualunque sieno le forme di esso, le quali poco importano al paragone. Ad ogni forma è necessaria quella definizione e stabilità, che gli uni chiamano legalità, e gli altri con poca differenza legittimità; alla quale quanto più toccano le parti, tanto più sono pervertitrici. Le incertezze de’ diritti, le infedeltà, i tradimenti, i pronti innalzamenti, le frequenti cadute, le ricchezze e le povertà subitane sono cause irresistibili di pervertimenti. E così è,