Pagina:Vita di Dante.djvu/391

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niuna terra, non si potrebbe dir esilio il vagar di tutti quà e là. Ma risorgendo la civiltà e la patria fra le parti in Italia, risorse insieme quella loro conseguenza naturale degli esilii; con tanta furia, che potrebbero quasi cercarsi in ogni città quasi primo segno di lor libertà, che quanto fu ognuna più potente ed illustre tanto più grandi uomini fornì alla storia degli esilii; e che a tale storia a tal politica trovasi ridotta quasi tutta la storia la politica italiana per quattro secoli e più, sforzandosi ogni prepotente di esiliare i più deboli, gli esiliati poi di ripatriare per farsi essi esiliatori. Quindi tra tanto moto, tante passioni, e diciam pure tanta perversità, meritano compatimento gli errori frequenti di parecchi esiliati; ma meritano tanta più lode le rare e difficili virtù dell’esilio, la fedeltà alla patria, la costanza, la moderazione, i perdoni. Nè mancano di queste alcuni solenni esempi; essendo immancabile quella legge della divina Provvidenza, che le età afflitte da’ grandi vizi sieno pur consolate dalle grandi virtù. Abbiamo di què tempi un Alessandro III dentro e fuori d’Italia, per esservi messo a capo della nazional