Pagina:Vita di Dante.djvu/438

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fu il papa; ma aperto nemico d’ogni pace, di ogni moderazione, fu Carlo fratello di Filippo. E quindi si spiega e si scusa in parte l’abbandono fatto da Dante di questa parte Guelfa pervertita, non più nazionale e già straniera ancor essa. E dico che si scusa in parte, non in tutto; perchè della propria Parte, quando è miglior dell’altre, parmi si debbano repudiare sì le esagerazioni e i pervertimenti, ma mai i principii che la fecero e la possono rifar buona.
Intanto, il dissidio tra papa Bonifazio e Filippo il Bello diventò a poco a poco inimicizia. Esercitòlla Bonifazio da pontefice, forse inopportuno imitatore di Gregorio VII; ma Filippo con agguati da masnadiero. Chè, mandato in Italia, sotto nome di negoziatore Nogareto, un mal gentiluomo, e raccomandatolo per li danari in Firenze a messer Musciatto Franzesi, e per le armi ai Colonna nemici municipali del Papa, principalmente a Sciarra il più accanito fra essi; e raccolte tutte queste insidie a una terra di messer Musciatto, non lungi da Anagni, patria e allor dimora del Papa; addì 7 settembre del 1303, Nogareto vi sorprese il Papa,