Pagina:Vita di Dante.djvu/466

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Ancora, quelle parole dell’anonimo che "venuta l’estate i fuoriusciti non trovarono l’amico com’egli era disposto il verno, onde molto odio ed ira ne portarono a Dante" potrebbe far credere che quest’amico fosse lo Scaligero, non più Bartolomeo, ma Alboino non più amico arrendevole alle domande di Dante ambasciadtore; e ne resterebbe anche meglio spiegata, non solo l’ira de’ compagni contra Dante, ma quella pure di Dante contra Alboino.
Ad ogni modo noi vedemmo fin da principio tante scempiaggini della parte selvaggia, Bianca, o dell’asino di porta, e vedemmo così chiaramente Dante seguirla, quantunque scempia, perchè più giusta o meno ingiusta, che il lodammo per ciò; ma ora poi veggiamo sì chiare e nuove prove di quella scempiaggine, che non possiamo se non lodar Dante d’averla finalmente lasciata, e di quel suo farsi parte da sè stesso, il quale se non è conceduto forse addentro quando fervono le divisioni a niun cittadino e meno a un pubblico magistrato, certo poi è conceduto a un fuoruscito, ed è bellissimo ad uno i cui compagni muovano armati contro la