Pagina:Vita di Dante.djvu/502

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e desiderii, a cui non isfugge niun esiliato, o almeno niun buono, mai. Certo, non sono di animo ruminante vendetta le espressioni seguenti, con che egli si scusa di non far la lingua fiorentina la più antica del mondo; e possono servire a scusarlo dell’errore di non averla fatta la prima d’Italia. "Ma noi, a cui il mondo è patria, sì come a’ pesci il mare, quantunque abbiamo bevuto l’acqua d’Arno avanti che avessimo denti, e che amiamo tanto Fiorenza, che per averla amata patiamo ingiusto esilio; nondimeno, le spalle del nostro giudizio più a la ragione che al senso appoggiano. E benchè secondo il piacer nostro, ovvero secondo la quiete della nostra sensualità, non sia in terra loco più ameno di Fiorenza; pure, rivolgendo i volumi de’ poeti, e degli altri scrittori nei quali il mondo universalmente e particolarmente si descrive, e discorrendo fra noi i vari siti dei luoghi del mondo, e le abitudini loro tra l’uno e l’altro polo e ’1 circolo equatore, fermamente comprendo e credo, molte regioni e città essere più nobili e deliziose che Toscana e Fiorenza, ove son nato, e di cui son cittadino; e molte nazioni