Pagina:Vita di Dante.djvu/525

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un poco gobbo, come Dante si dice che faceva. E fu huomo idioto, ma d’assai buon sentimento naturale, e ne’ suoi ragionamenti e costumi ordinato e laudevole. Dal quale, essendo io suo domestico divenuto, io udii più volte de’ costumi e de’ modi di Dante; ma tra l’altre cose che più mi piacque di riservare nella memoria, fu ciò ch’ esso ragionava intorno a quello di che noi siamo al presente in parole. Diceva, adunque, che essendo Dante della setta di messer Vieri de’ Cerchi ed in quella quasi uno dei maggiori caporali, avvenne, che partendosi messer Vieri di Firenze con molti degli altri suoi seguaci, esso medesimo si partì e andòssene a Verona. Appresso la qual partita, per sollecitudine della setta contraria, messer Vieri e ciascun altro che partito s’era, e massimamente de’ principali della setta, furono condennati, siccome ribelli, nell’avere e nella persona; e tra questi fu Dante: per la qual cosa seguì, che alle case di tutti fu corso a remore di popolo, e fu rubato ciò che dentro vi si trovò. E vero che,