Pagina:Vita di Dante.djvu/528

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chiamato il marchese Moroello, il quale era huomo intendente, ed in singolarità suo amico, pensò di non mandarli a Dante, ma al marchese, che glieli mostrasse; e così fece, pregandolo che, in quanto potesse, desse opera o che Dante continuasse l’impresa, e, se potesse, la finisse. Pervenuti, adunque, li sette canti predetti alle mani del marchese, ed essendogli maravigliosamente piaciuti, li mostrò a Dante; ed avendo avuto da lui, che sua opera erano, il pregò gli piacesse di continuare la impresa. Al qual dicono che Dante riprese : Io estimava veramente che questi, con altre mie cose e scritture assai, fossero nel tempo che rubata mi fu la casa, perduti; e però del tutto avea l’animo e ’l pensiero levato. Ma poichè a Dio è piaciuto che perduti non sieno, ed hàmmegli rimandati innanzi, io adopererò ciò ch’io potrò di seguitare la bisogna secondo la mia disposizion prima. E quinci, rientrato nel pensiero antico, e reassumendo l’intralasciata opera, disse in questo principio del canto ottavo: ’l dico seguitando, alle cose lungamente intralasciate. Ora, questa istoria medesima puntualmente, quasi sanza alcuna cosa mutarne, mi