Pagina:Vita di Dante.djvu/569

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secondo la lettera sia manifesto, non meno è vero quello che spiritualmente s’intende; cioè che nell’uscita dell’anima del peccato, essa si è fatta santa e libera in sua podestade. E in dimostrare questo, sempre lo litterale dee andare innanzi; siccome quello nella cui sentenza gli altri sono inchiusi, e sanza lo quale sarebbe impossibile e irrazionale intendere agil altri, e massimamente all’allegorico è impossibile ec."1e segue a dire dell’irrazionalità di spiegare niuno di que’ sensi senza il letterale; onde resta provato, che vanno contro all’intenzione dell’Autore coloro che mettono l’allegoria sopra la lettera in qualunque delle opere di lui. Confrontisi poi, per venire alla Commedia, e finir in una volta siffatta questione, necessaria ma ingrata, delle allegorie, quel passo della dedica del Paradiso a Can Grande, dove dice di tutta l’opera: "che non v’è semplice il senso; ed anzi ella può dirsi Polisensa, cioè di parecchi sensi"; e poi viene a dichiarare i quattro sensi detti, sul medesimo testo In exitu Israel, e conchiude in ultimo: "

  1. Conv., pp.56, 58.