Pagina:Vita di Dante.djvu/583

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E qui son Paolo e Francesca insieme in eterno portati1.

Nel III° cerchio, guardato da Cerbero, sono i golosi, fitti nel fango e battuti d’eterna pioggia. Ivi, fra gli altri, Ciacco, il Fiorentino non noto se non per la novella del Boccaccio2, a cui Dante domanda delle future sorti delle Parti che nel 1300 dividevan la patria; e Ciacco gliene fa quella predizione che dicemmo, e che si rivolge contro ambe le Parti. Evidentemente, l’aver messo in bocca a costui una così importante predizione delle Parti, mostra insieme e disprezzo di queste, e fretta di fare quella predizione3.

Nel IV° cerchio, in cui sta Pluto, si tormentano gli uni contro gli altri le due sorte di peccatori contrarii, gli avari e gli scialacquatori, scagliandosi a vicenda enormi pesi. Molte genti di Chiesa vi sono, ma niuno riconoscibile per la sconciatura fatta in essi da tal vizio e tal castigo4.

  1. Canto V.
  2. Vedi Parte 1, cap. XIII.
  3. Canto VI.
  4. Canto VII.