Pagina:Vita di Dante.djvu/614

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Giusto giudicio dalle stelle caggia
Sovra il tuo sangue; e sia nuovo ed aperto,
Tal che il tuo successor temenza n'aggia;
Ch'avete tu e il tuo padre sofferto,
Per cupidigia di costà distretti,1
Che 'l giardin dello 'mperio sia diserto.
Vieni a veder Montecchi e Cappelletti,
Monaldi e Filippeschi2, uom senza cura,
Color già tristi e costor con sospetti.
Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura,
De' tuoi gentili e cura lor magagne,
E vedrai Santafior com'è sicura.3
Vieni a veer la tua Roma, che piagne,
Vedova, sola, e dì e notte chiama:
Cesar mio, perchè non m'accompagne?

  1. La cupidigia di potenza germanica, la quale, con pace di Dante, era più naturale e legittima che quella di potenza italiana.
  2. Famiglie ghibelline, le due prime di Verona e già oppresse, le due ultime di Orvieto e tementi d'esserlo. I Montecchi e Cappelletti, divisi poscia fra sè, sono quelli le cui gare furono immortalate già dalla poesia di Shakespeare, ed ultimamente dalle note di Zingarelli e di Bellini.
  3. Castello e famiglia in su quel di Siena, dicono gli espositori, senza spiegar in modo certo questo verso.