Pagina:Vita di Dante.djvu/716

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e così rimprovera Cane, a cui fu in qualunque modo costretto di domandare. Fra gli strali dell’esilio, si fa dire da Cacciaguida,

Tu proverai sì come sa di sale
Lo pane altrui, e com'è duro calle
Lo scendere e 'l salir per l'altrui scale;

che certo era altiera ammonizione al potente suo ospite. Ma ad ogni modo, ei lo loda poi direttamente e magnificamente, così:

Con lui1 vedrai colui che impresso fue,
Nascendo, sì da questa stella forte,
Che notabili fien l'opere sue.
Non se ne sono ancor2 le genti accorte,
Per la novella età, che pur nove anni
Son queste ruote intorno di lui torte.
Ma pria che 'l Guasco3 l'alto Arrigo inganni,
Parran faville della sua virtute
In non curar d'argento nè d'affanni.
Le sue magnificenze conosciute
Saranno ancora sì, che i suoi nimici
Non ne potran tener le lingue mute.4

  1. Bartolommeo Scaligero, fratello di Cane.
  2. Nell'anno 1300, epoca del Poema.
  3. Papa Clemente V.
  4. Sono quasi le parole del principio della lettera.