Pagina:Vita di Omero.djvu/15

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crederlo un genio o almeno un uomo assistito da un genio di prima sfera. Claudio Belugerio sempre portava seco le opere di tanto uomo, non potendo fare a meno di non leggerle perfino nei sacri templi. Il Sig. Dacier sovra ogni altro confuta le accuse date ad Omero sì dagli antichi che da’ moderni censori. Torquato Tasso, uomo di cotanta autorità, disse che niuna poesia s’accosta più dell’Omerica all’eternità, e che Omero è più sicuro dalle opposizioni e dalla maldicenza, che la sommità dell’Olimpo dai venti e dalle tempeste. Speron Speroni filosofo e scrittore arguto, oltrechè ne lo esalta in ogni parte lo difende pure dall’imputazione a lui data sopra gli Dei, Vincenzo Gravina lo riconosce per sovrano e impareggiabile maestro.

In Francia surse un forte partito contro di questo altissimo cantore ma fu dissipata da un altro più forte. Uezio, quantunque amico di uno de’ più fieri antagonisti di Omero, mostrò per altro che la maggior parte delle censure fatte al poeta erano dettate dallo spirito superficiale di coloro, che non intendevano abbastanza nè il linguaggio, nè le usanze dell’antichità. Anco in Inghilterra nacquero le medesime controversie, ma tosto finirono; ed il Pope, il più eccellente poeta di quella nazione, fece un grande e giusto elogio ad Omero. L‘erudito Blakwel mostra esser Omero un fenomeno unico, un prodotto di combinazioni singolari che la facoltà poetica sembra aver raccolto intorno a lui, per far pompa in quell’uomo del massimo grado della sua maggior forza. Non altrimenti e forse con maggior vigore il Vood, che toglie ad Omero quelle nebbie che l’offuscavano.

Senza accumulare somma di questa maggiore dirò che non vi fu autor alcuno, che più di Omero venisse da uomini d’alto ingegno, di somma dottrina e grande celebrità in ogni tempo con lodi tanto innalzato, e da altrettanti di non minore peso per lo contrario sprezzato ed avvilito.