Pagina:Vita di Omero.djvu/8

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immaginario ed un nome senza soggetto; ma certamente un uomo immaginario non avrebbe prodotto due poemi, se questi non sieno di più autori come la intesero alcuni, ai quali ragionevolmente ripugna un saggio letterato, dicendo: “sia che si riguardi al soggetto, o al piano, o alla condotta, o alle macchine; sia che si riguardi allo stile, al ritmo, all’armonia, si sente ben tosto che tutto è in Omero, tutto è di lui„: ed in fatti scorgesi in tutta l’estensione di detti poemi uno stesso carattere, che forma la modificazione essenziale dello stile di Omero.

Or dunque essendo egli stato certamente uomo reale, scrivendo io la vita di lui, stimo convenevol cosa di non dipartirmi da quella creduta di Erodoto, la quale e più ordinata e compiuta essendo, e del favoloso spoglia merita sovr’ogni altra credenza; e per tale è ancora addotta dal celebre Melchior Cesarotti, che della persona e delle opere d’Omero ampiamente ragiona.

Dicesi pertanto che un certo Menalippo di Magnesia andò in Jonia, e fermatosi in Cuma sposò quivi la figlia di uno chiamato Omiro, e n’ebbe una fanciulla per nome Criteide, la quale morti i suoi genitori dovette passare nella custodia di certo Cleanate amico del padre suo. Ora avvenne, che essendo ella da questo tutore poco guardata ingravidò. Cleanate di ciò tardi avvedutosi, cercò alla meglio nascondere il male; per la qual cosa raccomandata Criteide ad uno per nome Ismenia condottiere d’una colonia che andava a Smirne, fecela per colà partire. Ivi un dì essendosi ella condotta sulle rive del fiume Melete, dove celebravasi solenne festa, assalita da improvvise doglie partorì Omero; il che successe 168 anni dopo la guerra Trojana. Avendosi dovuto Criteide dopo il parto separare da Ismenia, fu costretta procacciarsi il vitto filando lane. Era in così miserevole stato, quando un certo Femio, uomo di molta estimazione che in Smirne insegnava belle