Pagina:Vita nuova.djvu/110

Da Wikisource.
cx introduzione


18. la | vita nuova | di | dante alighieri | illustrata da note | e preceduta da un discorso su beatrice | per | alessandro d’ancona | Prof. di Lettere Italiane nella R. Università di Pisa | 2.a ediz. notevolmente decresciuta | ad uso delle scuole secondarie classiche e tecniche || pisa | libreria galileo già ff. nistri | 1884.

Riproducendo il D’Ancona per la seconda volta la Vita Nuova, con «maggior copia di commenti», sia di fattura sua sia spigolati per entro le opere dei suoi predecessori, avvertiva di aver posto «ogni maggior cura» alla lezione del testo, ma d’aver stimato soverchio «il riprodurre le varianti, che trovansi nella prima edizione», sapendo che attendevano a «raccogliere le varie lezioni di tutti i codici» G. L. Passerini e Pasquale Papa. Non lasciò tuttavia di discutere nelle annotazioni, che riuscirono davvero compiutissime, i passi di dubbia lezione, valendosi anche delle osservazioni del Todeschini; e in più casi si discostò dal testo fissato dal Rajna per la sua prima edizione, talvolta cambiando in meglio (XI 3 movea, XII 13 che sa lo vero, XIII 8 folle, XIV 7 onde lo ingannato amico — omette però di buona fede — , 12 pinge, XV 6 pietà, XVIII 7 intendimento, XIX 12 escono invece di n’escono, XXIII 1 soffersi per nove dì, XXV 9 recitando lo modo, XXXV 5 faccio; e si veda anche quanto spetta alla divisione in XXXV 4 e in XXXVI 3), ma più spesso preferendo lezioni secondarie, come II 8 nuovi, III 4 delle salute, V 4 alcuna ne scriverò, VIII 8 vada, IX 8 om. di ciò, XI 1 delle mirabili salute, XII 4 nobiltate, perchè (habent, poco appresso, invece di se habent, sarà un errore di stampa), 17 intenderà, XIV 3 nel primo sedere alla mensa nella magione del suo novello sposo, 9 le ne verrebbe, XV 2 Ed a questo, XVIII 3 volgendo gli occhi (om. suoi), 6 anche quatta donna mi disse, 7 Ed ella rispose: Se tu, XIX 1 correva un rivo, e così via sino a mutare in XXIX 1 Arabia in Italia, lezione che al Rajna non era parsa «ammissibile», perchè «scompone tutto quanto l’ordine» del discorso, ed «ha contro di sè i migliori mss.». Forse questa 2a edizione del D’Ancona non venne composta sulla sua prima, ma sul testo del Fraticelli o del Giuliani, e fu corretta poi sulle prove di stampa tenendo a riscontro il testo e l’apparato del Rajna, l’edizione del Witte e le annotazioni del Todeschini.

Le divisioni non furono questa volta disposte a modo di rubriche intorno al testo, ma allogatevi dentro, ora prima ora dopo le rime, secondo l’intenzione dell’autore, salvochè, per meglio distinguerle, fu usato per esse il carattere corsivo. Quanto alla distinzione numerica dei paragrafi, fu seguìta quella del Torri.

Su questa edizione o sulle due precedenti è da ricordare l’ampia recensione che R. Renier pubblicò nel Giornale stor. d. lett. ital.,