Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
VITA NUOVA XXVII 2-5 75 operazione, e come operava in me la sua vertude: e non credendo potere ciò narrare in brevitade di sonetto, cominciai allora una canzone, la quale comincia: Sì lungiamente.
Sì lungiamente m* lia tenuto Amore e costumato a la sna segnoria, che sì com’elli in’era forte in pria, così mi sta soave ora nel core.
Però quando mi tolle sì ’l valore, che li spiriti par che fuggan via, allor sente la frale anima mia tanta dolcezza, clie’l viso ne smore, poi prende Amore in me tanta vertute, che fa li miei spiriti gir parlando, ed escon for chiamando la donna mia, per darmi più salate.
Questo m’avene ovunque ella mi vede, e sì ò cosa umil, che noi si credo.
2. b p ciò potere. 13. k A miei $ piriti <jire\ b Co MrI Pini. spirti mici aiutar; 8 O W P miei sospiri gir; M chélimiei inspiri sento gire; Barb i mei spiriti sento gir.
13. SPIRITI. Il Carducci preferisce sospiri e osserva : « la espressione degli affetti e de’ pensieri data ai sospiri è imagine dantesca che vediamo più volte ripetuta nelle rime di qui innanzi ». Anche al Kajna questa lezione sembra migliore, ed osserva che se l’altra lezione non è originaria, può supporsi « ehe gli spiriti del verso sesto inducessero qualche trascrittore a mutare qui pure in spirti i sospiri». 11 Casini ammette la verità dell’osservazione del Carducci j ma opj>one che << sar rebbe imagine sproporzionata il dare a codesti sospiri la parola per chiamare la donna, e d’altra parte l’autorità dei manoscritti che recano la nostra lezione è grande, e questo verso è in relazione stretta con quello d’innanzi : che li spiriti par che fiuigan ria ». Le autorità dei codici si bilanciano, perché et ha spiriti, ? sospiri (In A Co Mgl e nell’ interlinea di P spiriti sarà una delle solito derivazioni da lv; in Barb un mutamento arbitrario o una svista del copista). Nè più decisivo sono le altre ragioni addotte a favore sia dell’ nua sia dell’ altra lezione.
Quel che dice il Carducci de’ sospiri iN vero sì per Danto e sì per gli altri lirici del suo tempo, e si potrebbe largamente esemplificare tonto pel caso che il sospirare proceda da stato doloroso quanto da dolcezza d’amore ; ma non è mon vero che presso cotesti rimatori ogni affetto, ogni sentimento assume spesso e volentieri (e gli esempi sarebbero vani) la forma di uno spiritello che esce, parla,