Pagina:Vittorelli - Poesie, 1911 - BEIC 1970152.djvu/129

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Xice che mostra in viso
le tempere de Palma,
che sembra un mare in calma,
che appena appena è mar;

Xice che sa di schiette
grazie e virtudi ornarsi ;

Xice che i crini sparsi W
giá torna a inanellar.

Ah ! dove son que’ fiori
ch’io raccoglieva in Ida?
perché la cetra fida
oggi è restia? perché?

Solean de’ nostri doni
ir lieti e sposi e spose;
ma i cantici e le rose
oggi non fan per me.

Giá de la vita io sento
spegnersi, o Dori, il foco,
e ti sarò fra poco
oggetto di pietá.

Ma il serto che mi ordisti
di sempre verde foglia
a la gelata spoglia
superstite vivrá.

Xo, non morranno, ovunque
la cortesia si estima,
una pudica rima,
un innocente amor;

e su la muta pietra
che chiuderammi in pace,
dirá ciascun: — Qui giace
di Doride il cantor.

(1) La sposa era vedova.